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Hai voglia di fare un viaggio oppure hai bisogno di cambiare l’auto che si è rotta all’improvviso senza alcun preavviso? Desideri fornire un netto anticipo per l’acquisto della tua nuova casa?

Sono tante le ragioni per cui a volte è necessario ricorrere a un prestito personale, e anche opportuno, se non si vuole rischiare di essere costretti a troppe rinunce.

Si tratta di una forma di finanziamento erogato da una banca o una finanziaria autorizzata ad un privato. Rientra nella categoria dei prestiti “non finalizzati”, cioè non collegati o vincolati all’acquisto di uno specifico bene o servizio, e prevede particolari tutele nel caso in cui venga erogato a consumatori.

Scopriamo tutte le informazioni utili sul prestito personale nel corso dell’approfondimento di oggi.

Prestito personale: in che cosa consiste

Grazie ad un prestito personale il cliente riceve una somma di denaro, impegnandosi a restituirla a rate entro un periodo predeterminato. 

A fronte della concessione del prestito è prevista l’applicazione, durante il periodo di rimborso, di interessi fissi o variabili e il pagamento di costi/oneri quali spese di istruttoria, spese di incasso rata, spese di estinzione anticipata ed eventuali spese assicurative.
È buona regola valutare con estrema attenzione il nuovo “debito”, nell’ambito del proprio budget familiare di spesa e del proprio reddito mensile, tenendo conto sia del costo complessivo del prestito che della rata mensile da sostenere: la rata si sommerà infatti agli altri impegni di pagamento mensili quali affitto, bollette, rate di altri prestiti.

Quali sono i requisiti per richiederlo?

Ogni ente adotta la sua strategia e le sue regole in materia di concessione prestiti ma, in generale, i prestiti personali possono essere richiesti da dipendenti pubblici, statali e privati, da pensionati e lavoratori autonomi, che abbiano un’età compresa fra i 18 ed i 75 anni (data termine del finanziamento).

Quali documenti sono necessari?

Per ottenere il finanziamento basta presentare all’ente: carta d’identità in corso di validità; codice fiscale o tessera sanitaria; ultima busta paga, modello unico o certificazione unica o ultimo cedolino della pensione.

La richiesta di prestito può essere rifiutata?

A questo interrogativo non può essere fornita risposta univoca ma, in generale, il prestito viene negato in presenza di dubbio sull’effettiva capacità del debitore di restituire la somma richiesta. Altri elementi che possono portare al rifiuto della richiesta sono: presenza di un numero elevato di finanziamenti in essere; iscrizione al registro pubblico dei protestati o presenza di rate scadute impagate e altre negatività in banche dati private (SIC); eccessiva incidenza delle rate in essere sul reddito percepito.

La burocrazia

Rispetto al mutuo, il prestito richiede una procedura molto più breve. Non necessita infatti di un notaio e neanche di un’istruttoria. Per questo, non richiederà particolari spese per la sua attivazione.

Una volta verificate le credenziali del richiedente, un prestito viene concesso anche il 48 ore. Il mutuo ha invece bisogno di una procedura molto più lunga

Risulta possibile annullare un prestito?

Sì. Il diritto di recesso è la facoltà di “ripensamento” concessa al consumatore di interrompere il contratto di finanziamento senza il consenso della banca o dell’intermediario finanziario erogante. È senza costi, senza obbligo di fornire spiegazioni e può essere esercitato entro 14 giorni, a partire dalla conclusione del contratto, inviando all’ente erogante una comunicazione secondo le modalità indicate nel contratto. 
Se il contratto ha avuto esecuzione, anche in parte, entro 30 gg il cliente che recede dal contratto deve rimborsare: capitale, interessi maturati e costi sostenuti dalla banca come imposta di bollo e/o imposta sostitutiva.

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